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Spesso leggiamo diversi articoli sugli effetti e le misure per garantire denti in salute, ma raramente si spiegano i passaggi concreti da seguire durante l’igiene orale quotidiana. Un aspetto da non trascurare durante la fase di crescita dei bambini è lo sviluppo di una corretta abitudine riguardo l’igiene orale quotidiana. Si dovrà insegnare loro la quantità di dentifricio da utilizzare, il corretto uso dello spazzolino, ma anche incentivare l’assunzione di cibi sani. Si tratta di fattori che aiutano a prevenire la formazione di patologie come, ad esempio, gengivite e carie dentali.

I passaggi dell’igiene orale quotidiana

La salute del cavo orale passa dunque attraverso una corretta pulizia dei denti prevede pochi e semplici passaggi, validi sia per i bambini, che per gli adulti.

Preparazione

Si prende lo spazzolino e si mette sopra una piccola quantità di dentifricio. A tal proposito, il Ministero della Salute consiglia di utilizzare un quantitativo minimo, all’incirca della grandezza di un pisellino (quantità indicata per bambini di età maggiore ai 6 anni).

Spazzolamento.

Per spazzolare bene, si consiglia di iniziare dalle zone posteriori dell’arcata dentale superiore (palatale). Procedete verso le zone anteriori con movimenti dall’alto verso il basso coinvolgendo anche le gengive, quindi dal rosa (gengive) al bianco (denti). In questo modo si raccoglie placca e la si “lancia” verso la lingua e svuotare così il solco gengivale. Continuate con questo movimento fino ad arrivare agli incisivi centrali.

Stessa logica per la zona controlaterale, dalle zone posteriori e arrivare agli incisivi centrali. Questo perché se si fa movimento di inversione del polso per arrivare dietro dall’altra parte, si salta quasi sicuramente la parte curva (canino, premolare, incisivi laterali).

Nelle zone centrali bisogna mettere lo spazzolino in posizione verticale e si spazzola ogni dente. I movimenti fin qui descritti valgono anche per l’arcata inferiore. Si parte dalle zone posteriori e si arriva avanti. Il movimento sarà lo stesso, sempre dal rosa al bianco, ma questa volta il movimento sarà dal basso verso l’alto. Le parti occlusali (piatte), infine, si spazzolano normalmente strofinandole.

Risciacquo.

Una volta finito si può sciacquare, non dimenticando di pulire la lingua con movimenti che vanno a raccogliere la placca. Si raccomanda di non andare fino in fondo alla lingua. Questo perchè c’è un programma di auto-detersione dell’organismo che fa in modo che la lingua si pulisca da sola.

Pulizia dello spazzolino.

L’ultimo passaggio prevede di lavare lo spazzolino e asciugarlo, anche con un pezzo di carta, in modo da evitare che l’umidità favorisca la proliferazione batterica.

Incentivare bambini e adolescenti a prendersi cura dei loro denti.

Avere un cavo orale in salute porta benefici anche in termini di benessere generale ed estetico. Riguardo quest’ultimo punto, per incentivare i bambini ed adolescenti a prendersi cura dei loro denti può essere utile far leva su questo fattore, in quanto una dentatura sana può aiutarli a sentirsi sicuri di sé. Non bisogna poi tralasciare la valenza comunicativa e sociale del sorriso, che certamente influisce sul benessere psicologico e le relazioni sociali.

 

Dr. Clelia Breglia – Dental Assistance


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9 Dicembre 2024 RedazioneSalute0

Devi sostituire un dente mancante o malato con un impianto dentale? Il tuo dentista ti avrà spiegato che quest’ultimo è una protesi che consiste di una radice artificiale inserita nell’osso mascellare. Sopra di essa viene connesso un perno, su cui si posiziona la corona, ovvero la parte esterna del nuovo dente. La corona può essere cementata o avvitata sul perno. Scopriamo insieme le differenze, i vantaggi e gli svantaggi di queste due soluzioni.

Corona cementata: definizione

Quando la corona è cementata, le tre strutture implanto-protesiche (impianto, perno e corona) sono separate. L’implantologo dovrà avvitare il perno all’interno dell’impianto, e successivamente l’odontotecnico costruirà la corona dentale sopra di esso. La corona viene poi incollata al perno con un cemento semi-provvisorio o semi-definitivo.

La scelta del cemento semi-provvisorio dipende dal fatto che, nel caso in cui si utilizza un cemento completamente provvisorio, questo si scioglierebbe velocemente, causando il distacco precoce della corona. Non è nemmeno un cemento definitivo, per consentire al dentista di rimuovere facilmente la corona in futuro per pulire la testa dell’impianto.

Vantaggi e svantaggi della corona cementata

Vantaggi

  • assenza di fori di connessione (che sono invece presenti nel caso della corona avvitata).
  • la corona può essere posizionata senza andare a compromettere l’estetica del sorriso. Questo non è sempre possibile con le protesi avvitate, poiché il foro di connessione deve essere chiuso con un’otturazione in composito che può usurarsi e cambiare colore nel tempo.
  • se hai diversi impianti in bocca che non sono paralleli tra loro, avvitare un ponte su di essi può diventare impossibile. Tuttavia, cementando le corone su perni paralleli tra loro, la protesi può adattarsi perfettamente.

Svantaggi

  • difficoltà nel pulire il cemento. Spesso la corona deve essere posizionata sotto la linea della gengiva per nascondere il perno in metallo, rendendo difficile la rimozione completa del cemento. Questo può causare infiammazioni e infezioni;
  • difficoltà nella rimozione della corona. Per rimuovere una corona cementata, il dentista deve utilizzare un piccolo martello pneumatico per picchiettare energicamente. Se la protesi è molto precisa, può essere difficile da rimuovere anche con l’anestesia. Questo diventa ancora più difficile se la corona deve essere rimossa per riavvitare un perno allentato.

Cos’è la corona avvitata

Una corona avvitata su impianti si riferisce a quando il perno e la corona sono uniti insieme con un cemento permanente, formando un blocco unico. La protesi dentaria ha un foro al suo interno che consente alla vite del perno di avvitarsi all’impianto dentale. Questo foro viene poi coperto con del composito per nascondere la vite metallica all’interno della protesi, soprattutto in zone estetiche.

Pro e contro della corona avvitata

Vantaggi

  • una manutenzione più facile. La corona avvitata facilita la pulizia periodica degli impianti poiché basta rimuovere il tappo in composito, svitare il perno e l’impianto è a disposizione del dentista;
  • non viene impiegato il cemento. Un altro vantaggio di questa soluzione è che non è necessario utilizzare cementi in zone profonde sotto la gengiva. Ciò riduce il rischio di infiammazioni e infezioni rispetto alla corona cementata.

Svantaggi

  • il foro in composito. Dopo aver posizionato la corona, il foro al suo interno viene chiuso con del composito, un materiale che può consumarsi e ingiallirsi nel tempo. Se l’impianto è posizionato in zone poco visibili della dentatura, questo non è un problema. Se invece gli impianti sono nella parte anteriore della bocca e molto inclinati, il foro può essere facilmente notato;
  • è impossibile avvitare con impianti non paralleli. Se gli impianti sono inseriti in modo non parallelo per ragioni anatomiche, non sarà possibile avvitare perno e corona insieme. Si può applicare, in questo caso, un riduttore (MUA) per rendere parallela la parte superiore dell’impianto e consentire l’avvitamento della protesi.

Corona avvitata o cementata: qual è la soluzione migliore?

La scelta della soluzione più idonea dipende dalla situazione clinica del paziente e della valutazione del dentista.

 

Per maggiori informazioni, contattaci chiamando il numero 02 324486 o compilando il form sul nostro sito.

 

Dr. Clelia Breglia – Dental Assistance


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9 Dicembre 2024 RedazioneSalute0

Capita spesso che molti pazienti siano terrorizzati dall’idea di mettere un impianto dentale. Una delle paure più diffuse, però, sono le possibili complicanze che possono verificarsi dopo l’intervento. Paura di un possibile rigetto, l’allergia, ma anche la paura del dolore o quella di ritrovarsi gonfiori e lividi. Date queste paure iniziali, è importante informare i nostri pazienti per aiutarli ad affrontare con serenità questa tipologia di intervento. A tal proposito, con questo articolo affronteremo il tema delle complicanze post chirurgiche tardive nell’implantologia dentale. Ma prima di tutto: cos’è un impianto dentale?

Cos’è un impianto dentale

Un impianto dentale è una piccola vite in titanio che viene fissata chirurgicamente nell’osso mascellare e/o mandibolare, per sostenere un dente artificiale. Una volta installata, è possibile installare uno o più denti sostitutivi sull’impianto.
Sebbene questo tipo di operazioni presentino un alto tasso di successo, un 5-10% degli impianti tende a fallire subito dopo o dopo alcuni mesi. Le cause sono varie, ad esempio:

  • malattia gengivale. Le gengive sane sono un criterio di elezione imprescindibile per la chirurgia implantare. Un’infezione non trattata potrebbe svilupparsi attorno all’impianto e portare al suo fallimento.
  • fumo. Abbiamo già parlato in precedenza dei danni che il fumo può causare alla salute del cavo orale. In questo caso, il fumo contribuisce anche a limitare il flusso sanguigno alle gengive, rallentando il processo di guarigione.
  • osso insufficiente. In mancanza di una certa quantità di osso sano, il dentista non può posizionare chirurgicamente l’impianto, rendendo necessario il ricorso all’osso sintetico

Complicanze degli impianti dentali: la perimplantite

Un’ulteriore causa che può determinare il fallimento dell’intervento di implantologia è la perimplantite, o malattia perimplantare.

Con perimplantite intendiamo un processo infiammatorio che interessa i tessuti attorno all’impianto, con probabile origine batterica. Opera soprattutto a livello superficiale, con il tessuto gengivale che si presenta infiammato e dolorante. Nei casi in cui il paziente non cura a dovere la propria igiene orale, e trascura i controlli dal dentista, l’infiammazione potrebbe progredire in profondità. In questo caso verrebbe coinvolto anche il tessuto osseo su cui l’impianto è osteointegrato. Si determina così la perdita del supporto all’impianto, portando alla perdita di quest’ultimo. sarà quindi più difficile inserire nuovi impianti, e si renderà necessario il ricorso a rigenerazioni ossee, col risultato di allungare i tempi di guarigione (ma anche di avere maggiori costi).

In ogni caso, se scoperta precocemente, una seduta di igiene orale professionale – accompagnata da un’igiene orale domiciliare adeguata – contribuirà senz’altro a curare la perimplantite.

Il rigetto in implantologia

All’inizio di questo articolo abbiamo accennato alla paura del rigetto. Diventa doveroso in questo caso affermare che il rigetto degli impianti non esiste. Questo perché non si parla di un tessuto vivente con i propri antigeni, ma di una vite di titanio, che è di un materiale inerte.

Come evitare le possibili complicanze degli impianti dentali?

Per evitare complicanze, è buona norma affidarsi a professionisti specializzati in implantologia che si avvalgono di materiali di prima qualità. Conviene, inoltre, seguire scrupolosamente le istruzioni di igiene orale domiciliare e seguire la terapia farmacologica prescritta.

Si aggiungono a questo anche i controlli periodici, per diagnosticare per tempo l’eventuale comparsa della perimplantite.

Cosa aspettarsi durante un intervento di implantologia

L’intervento di implantologia dentale è un piccolo intervento chirurgico indolore, in quanto, prima dell’intervento, viene eseguita un’anestesia locale.
Provare dolore nei giorni immediatamente successivi all’intervento è del tutto normale. La gengiva può presentarsi gonfia, soprattutto dove sono stati posizionati i punti. per tenere sotto controllo il dolore post operatorio, sarà fondamentale seguire una terapia antinfiammatoria.

Per avere maggiori informazioni o prenotare un controllo nel nostro Studio, chiama al numero 02 324486. Saremo lieti di offrire il nostro consulto.

 

Dr. Clelia Breglia – Dental Assistance


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9 Dicembre 2024 RedazioneEsteticaSalute0

“Devo assolutamente andare dal dentista”. Quante volte abbiamo sentito dire o abbiamo detto questa frase? Ognuno ha le sue esigenze, che variano da paziente a paziente, così come i trattamenti da eseguire. Scopo dell’ortodonzia è quella di correggere i difetti di dentizione, per garantire un sorriso curato e migliorare l’occlusione (ed avere quindi i denti dritti). Per raggiungere questo obiettivo, si ricorre all’impiego di apparecchi ortodontici e trattamenti mirati a migliorare la salute orale del paziente.

In poche parole, si tratta di una serie di soluzioni che offrono miglioramenti i quali influiscono positivamente su gesti quotidiani importanti, come la respirazione, la deglutizione e la fonetica.

Quali sono le tecniche maggiormente impiegate? I trattamenti ortodontici si avvalgono soprattutto dell’impiego di diversi diversi strumenti, tra cui:

L’ortodonzia per bambini ed adulti

Per risolvere i problemi di posizionamento dei denti, è ideale intervenire il prima possibile, dato che alcuni trattamenti ortodontici sono più efficaci se iniziati durante l’età dello sviluppo. In questa fase, infatti, i denti e le ossa del viso sono ancora in crescita. Tramite le giuste terapie ortodontiche è possibile non solo assicurare un sorriso regolare, ma garantire anche uno sviluppo armonico delle ossa del viso.

Detto questo, è possibile intervenire anche quando il paziente ha raggiunto la fase adulta. Per loro si può scegliere di optare per soluzioni più discrete scegliendo, ad esempio, apparecchi removibili e trasparenti.

Ci occupiamo di migliorare la salute orale dei nostri pazienti. I pazienti che si rivolgono al nostro Studio hanno la sicurezza di essere seguiti nelle varie fasi dei trattamenti utili a migliorare la salute del loro cavo orale. La dr. Clelia Breglia, coadiuvata dai professionisti che lavorano nello Studio, si occupa di mettere al loro servizio l’esperienza maturata in anni di lavoro e il supporto di strumenti all’avanguardia.

Per prenotare la tua visita, chiama al numero 02 324486 o compila il form.

 

Dr. Clelia Breglia – Dental Assistance


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9 Dicembre 2024 RedazioneSalute0

Hai mai fatto una radiografia panoramicaTi sarà capitato, durante una visita dal dentista, di dovervi sottoporre a delle radiografie che, nella pratica, serve a scattare diverse fotografie al cavo orale. In questo articolo, spiegheremo a cosa serve e le principali finalità del processo.

Radiografia panoramica: definizione

La radiografia panoramica, definita in maniera tecnico-scientifica ortopantomografia, è una metodica di diagnostica per immagini che permette di apprezzare radiograficamente il cavo orale del paziente nella sua totalità. È un trattamento totalmente indolore e confortevole per il paziente. Svolge la funzione di rilevare tutte le arcate dentarie superiori e inferiori, ma anche alcune componenti ossee della parte inferiore del massiccio facciale. In altri termini, si tratta di una radiografia bidimensionale, che serve a far vedere – bidimensionalmente appunto – la situazione del cavo orale

Rispetto ad una rx endorale, quindi specifica del settore dentale che interessa, l’ortopantomografia risulta essere meno precisa, rispetto alle endorali che invece sono più precise. La principale finalità della radiografia panoramica è quella di fornire una valutazione iniziale del cavo orale del paziente, quindi disporre di una visione totale della bocca.

Come si effettua una radiografia panoramica

La radiografia panoramica viene effettuata, infine, mediante l’impiego di attrezzature specifiche, presenti nella maggior parte dei casi in strutture preposte, o in alcuni studi dentistici. Per utilizzare il macchinario bisogna essere in possesso di un’apposita certificazione, della quale il nostro Studio dispone. Una volta completato il procedimento, grazie alle moderne tecnologie è possibile apprezzare il cavo orale del paziente dallo schermo del pc. 

 

Assicurare un servizio completo ed efficiente ai nostri pazienti è una priorità, per questo lo Studio Dental Assistance si avvale di attrezzature all’avanguardia che permettono di offrire un servizio di primo livello, nonché assicurare il perseguimento del nostro obiettivo, vale a dire la salute del cavo orale dei pazienti.

Per ulteriori informazioni o per prenotare la tua visita, chiama il numero 02 324486. Ci trovi nella nostra sede di p.zza Firenze, 21, 20149 Milano MI. Ti aspettiamo!

 

Dr. Clelia Breglia – Dental Assistance


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8 Novembre 2024 RedazioneEstetica0

Molti nostri pazienti arrivano in studio con una semplice richiesta: quella di avere denti allineati ed un sorriso sano e bello. Un desiderio che possiamo realizzare tramite l’opportuna terapia ortodontica. Ci sono diverse soluzioni che è possibile applicare in questi casi. Che sia l’impiego dell’apparecchio fisso o mobile, ma anche dell’invisalign o dell’apparecchio linguale, il risultato è sempre ottimo.

Dedichiamo questo articolo ad illustrare i principali svantaggi e vantaggi di due diverse soluzioni per risolvere il disallineamento dei denti: l’invisalign e gli apparecchi linguali.

L’invisalign: una soluzione “trasparente” e pratica

Abbiamo parlato ampiamente, in altri articoli, dei vantaggi e svantaggi dell’Invisalign. Si tratta di una soluzione poco dolorosa, che favorisce l’igiene dentale e il mangiare. SI tratta, infatti, di mascherine quasi invisibili che possono essere rimosse a seconda delle esigenze. Che sia per lavarsi i denti (abbiamo parlato di come lavarli bene in questo articolo), che per mangiare, l’invisalign è senz’altro una soluzione tra le più pratiche, ma soprattutto discrete e poco fastidiose.

Ma cos’è esattamente l’invisalign? Si tratta di una tecnica altamente estetica che si avvale di mascherine trasparenti per andare a correggere la dentatura del paziente e come risultato finale il sorriso desiderato. Grazie alla moderna tecnologia 3D vengono create mascherine su misura per il paziente, andando a correggere la posizione dei denti grazie alla loro elasticità.

Ma in cosa si differenzia dall’apparecchio linguale? Passiamo ora a scoprire insieme vantaggi e svantaggi di questa seconda soluzione.

L’apparecchio linguale: come non far vedere che porti l’apparecchio

Partiamo con il dare una definizione di apparecchio linguale. Si tratta di un dispositivo ortodontico fisso che si applica sulla superficie interna dei denti. A differenza del tradizionale apparecchio ortodontico, gli attacchi e il filo sono completamente nascosti dall’arcata dentale.

Il vantaggio? Nessuno, neanche da vicino, riuscirà a notare che indossi l’apparecchio linguale. È l’unico dispositivo ortodontico veramente invisibile. In aggiunta, consente un ottimo controllo tridimensionale del movimento dei denti, con un’efficacia al pari dei dispositivi ortodontici tradizionali. Inoltre, come l’invisalign, è costruito su misura, in base all’anatomia del paziente, il che lo rende più stabile rispetto all’apparecchio classico.

Anche in questo caso, non potevano mancare alcuni svantaggi. Tra queste le possibili irritazioni dovute all’azione del filo interno e lo spessore degli attacchi che sfrega costantemente sulla lingua. Si aggiunge la difficoltà nel pronunciare alcune lettere e una difficile igiene orale, dovuta al fatto che è difficile individuare i residui di cibo tra i denti. Da ultimo, l’apparecchio linguale è difficile da togliere. Questo perché gli attacchi sono incollati su gran parte della superficie interna dei denti e l’ortodontista, per toglierlo, dovrà imprimere una certa forza.

Conclusioni

Sarà compito del dentista valutare quale delle soluzioni si adatta meglio al caso. è bene ribadire che tutte le soluzioni portano con sé pro e contro, ma bisogna optare per la soluzione più efficace, che permetta di avere un sorriso sano ed una dentatura allineata. Le terapie ortodontiche affrontate in questo articolo presentano diversi vantaggi e svantaggi, ma in ogni caso si tratta di trattamenti efficaci che portano a raggiungere l’obiettivo.

Per sapere quale trattamento fa al caso tuo, prenota la tua visita nel nostro studio, saremo lieti di aiutarti.

 

Dental Assistance


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8 Novembre 2024 RedazioneSalute0

In un precedente articolo abbiamo introdotto il tema dei canini inclusi. Si tratta di un fenomeno che comporta la mancata discesa del canino definitivo, problema che richiede un certo trattamento. In questo articolo passeremo in rassegna le varie tecniche impiegate per trattare risolvere il fenomeno del canino incluso, distinguendo tra le soluzioni adottate per i pazienti con i denti in fase di crescita, e le soluzioni per i pazienti con i denti permanenti.

Trattamenti per i pazienti in fase di crescita

Cominciamo con i principali trattamenti per i pazienti in fase di crescita utilizzati per risolvere i canini inclusi. La prima soluzione è togliere il canino da latte. Nei casi in cui la corona del canino incluso si trova tra la radice dell’incisivo del premolare e quella dell’incisivo laterale, la soluzione adatta è quella di estrarre il canino da latte. Adottando questa soluzione, si ha il circa il 60% di probabilità che il dente scenda da solo. Non sarà quindi necessario procedere con altri interventi. Questo non è però valido quando il canino incluso ha un’inclinazione accentuata, poiché togliere il dente da latte non sarebbe sufficiente a far uscire spontaneamente il canino.

Una seconda soluzione riguarda l’estrazione del canino da latte e il premolare. Questo perché di solito l’ultimo dente a scendere in ordine di tempo è il canino, preceduto dal premolare. Significa che il primo si trova più in alto all’interno dell’osso, mentre il secondo più in basso. Questa posizione fa sì che, quando c’è poco spazio, il premolare possa impedire al canino definitivo di scendere in maniera corretta. In questo caso, si procede con l’estrazione del canino e del premolare da latte, in modo da creare un varco in cui il premolare uscirà più velocemente, così come il canino che disporrà di uno spazio adeguato per fuoriuscire senza problemi.

La terza soluzione è quella di allargare le basi ossee della mascella (o della mandibola). Si renderà necessario, in questo caso, un trattamento ortodontico con allineatori. Questo serve a creare lo spazio necessario per permettere al canino di fuoriuscire senza problemi. Alle volte, questa alternativa potrebbe non rivelarsi insufficiente, e sarà quindi necessario togliere il canino e/o il molare da latte. A questo punto si verrà a creare un tragitto più facile per il dente, ma anche maggiore spazio affinché possa fuoriuscire senza problemi.

Pazienti con dentizione permanente

Ma passiamo ora ad elencare alcune soluzioni per i pazienti che hanno già tutti i denti definitivi (ad eccezione dei canini inclusi). In questo caso, la soluzione da adottare dipende dalla causa che ha portato il canino a non uscire correttamente. Vediamole nel dettaglio.

  • Il canino non è uscito per mancanza di spazio. In questo caso l’approccio corretto è allargare le basi ossee tramite gli apparecchi ortodontici, poi togliere il canino da latte. Una volta concluso questo passaggio, dopo un periodo di 6 mesi si valuta la situazione. Se si è venuto a creare uno spazio sufficiente, il canino potrà uscire da solo. 
  • Il canino non è uscito perché mal posizionato verso il palato. La soluzione migliore è quella di recuperarlo tramite una particolare terapia ortodontica. Tramite una radiografia tridimensionale (la cone beam), si procede con l’individuare la posizione esatta del canino, per poi eseguire un intervento chirurgico in cui rimuoviamo la gengiva che ricopre la corona del canino incluso e applicare su di essa un attacco ortodontico. Successivamente, si mette una medicazione che impedisce alla gengiva di richiudersi e si attende alcuni mesi. Nella maggior parte dei casi questa manovra è sufficiente a favorire l’uscita spontanea del canino. Se questa soluzione non dovesse bastare, si opta per un recupero del canino tramite un apparecchio ortodontico.
  • Un ultima situazione riguarda quella in cui il canino incluso è rivolto verso l’esterno. Il canino incluso è posizionato verso la guancia o il labbro. La gengiva interna ed esterna hanno caratteristiche opposte: la prima più robusta, la seconda più delicata. Tagliare la gengiva esterna sarebbe controproducente, poiché si verificherebbero infiammazioni e ritiri gengivali. La soluzione è quindi quella di operare a “cielo chiuso”. Ciò vuol dire eseguire un intervento chirurgico per scoprire la corona del canino e su di essa agganciare una catenella metallica. In seguito, si procede col tirare piano il canino tramite l’ausilio della catenella. In questo modo, dopo alcuni mesi, il dente potrà uscire dalla gengiva senza creare danni.

 

Se hai bisogno di un consulto per conoscere lo stato di salute del cavo orale, prenota il tuo check-up odontoiatrico chiamandoci al numero 02 324486.

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8 Novembre 2024 RedazioneSalute0

Avete mai sentito parlare dei canini inclusi? Si tratta di una particolare condizione per cui uno o più canini definitivi non riescono a spuntare dalla gengiva durante il periodo di crescita. L’indizio fondamentale è la mancata caduta dei denti decidui (comunemente noti come denti da latte), ma vediamo anzitutto quali sono le cause e i sintomi di questa condizione.

Cause e sintomi dei canini inclusi

Una delle cause ricorrenti quando si parla di canini inclusi è senza dubbio il palato stretto. Questo perché le dimensioni del palato impediscono l’eruzione del dente per una mancanza di spazio per accogliere i denti definitivi. Se non opportunamente trattato, la mancata risoluzione del problema dei canini inclusi può portare all’insorgenza di una malocclusione.

In questo senso, intervenire in tenera età è fondamentale per risolvere il problema più velocemente e in maniera più semplice. Trattare i canini inclusi durante l’infanzia permette, infatti, di ottenere ottimi risultati con una terapia poco invasiva, cosa che non è invece possibile in adolescenza o in età adulta. Se i canini definitivi restano all’interno della gengiva anche in età adulta, questi possono provocare complicazioni quali, ad esempio, una riduzione dell’arcata dentale, la formazione di cisti follicolari, riassorbimento del canino. 

Come curare i canini inclusi

Una terapia ortodontica intercettiva è la soluzione adatta al caso. Lo scopo principale è l’allargamento del palato e l’espansione delle arcate dentali in modo da favorire l’eruzione spontanea del canino. In età adolescenziale si possono trattare i canini inclusi attraverso l’estrazione del canino da latte ed una eventuale incisione gengivale per favorire l’eruzione del canino definitivo. Una fase successiva riguarda la terapia ortodontica con apparecchio fisso per riallineare i denti.

Consigliamo di non attendere l’età adulta per risolvere il problema. Questo perché il canino incluso potrebbe essere compromesso, o la conformazione mascellare ormai definita potrebbe impedire di ricavare spazio necessario all’eruzione del canino e il suo posizionamento corretto. 

Sarà compito del dentista valutare la situazione in base al caso. Per un consulto, o per maggiori informazioni, contattateci alla mail info@dentalassistancebreglia.it, saremo lieti di fornire tutte le informazioni necessarie.

 

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8 Novembre 2024 RedazioneEstetica0

Molti di voi avranno sicuramente sentito parlare di Smile Makeover, ma di cosa si tratta esattamente? In poche parole, è un trattamento che punta a migliorare l’estetica del sorriso di una persona, donandole la dentatura regolare, splendente e simmetrica che spesso vediamo “indossata” dalle nostre celebrità preferite. 

I trattamenti utilizzati per ottenere una dentatura sana e regolare

Progettare e realizzare il sorriso di una persona può richiedere interventi semplici come, ad esempio, lo sbiancamento dentale professionale in poltronaPer casi più complessi, invece, può essere necessario il ricorso a trattamenti quali la stratificazione in composito, l’aggiunta di faccette dentali o la chirurgia implantare. A quanto elencato si aggiungono soluzioni come l’apparecchio fisso o mobile , ma anche l’invisalign.

Quale che sia l’esigenza, il risultato sarà una dentatura regolare e sana.

Per avere un risultato pienamente soddisfacente, sarà necessario eseguire uno studio preliminare del caso ed effettuare i dovuti controlli ove necessario. Il dentista avrà poi cura di eseguire uno o più controlli di follow up per monitorare il risultato ottenuto.

Cos’è l’invisalign?

Si tratta di una tecnica altamente estetica che si avvale di mascherine trasparenti, chiamati “aligner”, per andare a correggere la dentatura del paziente, intervenendo su diastemi, spazi tra i denti, e vari casi di disgnazia, malposizioni dentali, come, ad esempio denti storti, sporgenti o affollati, arcate strette, il morso (che sia questo aperto, profondo, coperto) e offrendo, come risultato finale, il sorriso desiderato. Attraverso la moderna tecnologia 3D, vengono create mascherine su misura per il paziente, andando a correggere la posizione dei denti grazie alla loro elasticità. Il trattamento prevede un numero stabilito di aligner in sequenza, portando al graduale spostamento della dentatura.

Come prendersi cura del proprio sorriso

Inutile negarlo: per mantenere una dentatura perfetta e sana nel tempo, è necessario seguire certe abitudini. Evitare il fumo (ne abbiamo parlato anche qui), seguire una corretta igiene orale quotidiana ed evitare cibi dannosi per i denti servirà a mantenere quella dentatura per la quale avete lavorato.

Richiedi la tua prima visita gratuita chiamando il numero 02 324486. Ti aspettiamo nel nostro Studio!

 

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4 Ottobre 2024 RedazionePrevenzione0

Una corretta igiene orale quotidiana è una pratica cui conviene abituarsi sin da bambini. Questo perché è importante agire (anche) in ottica di prevenzione, per evitare complicanze in età adulta. Alcune volte però capita di chiedersi se, anche per i bambini, conviene utilizzare il filo interdentale, oppure utilizzare lo spazzolino elettrico, e via dicendo. Per cercare di risolvere questi dubbi, insieme alla dr. Clelia Breglia abbiamo raccolto qualche consiglio per aiutare i vostri figli a costruire delle corrette abitudini quando si parla di igiene orale.

Quando conviene fare la prima visita dal dentista?

Questa è senza dubbio una delle domande più gettonate. La risposta corretta, così come indicato dal Ministero della Salute, è tra i 24 e i 36 mesi. Sebbene siano ancora pochi i bambini che effettuano la prima visita odontoiatrica dal dentista, bisogna far si che il bambino cominci ad abituarsi con l’ambiente dello studio e con la figura del dentista già in giovane età. 

I bambini possono avere le carie?

Costruire una buona abitudine alla corretta igiene orale quotidiana, ed effettuare controlli periodici da un professionista, aiuta nel prevenire la comparsa di carie. Basti pensare che, stando ai dati diffusi dal Ministero della Salute, circa il 43% degli individui di 12 anni presenta lesioni cariose. Pertanto si consiglia di regolare l’assunzione di determinati cibi e prendersi cura della salute del cavo orale.

Anche i denti da latte possono cariarsi?

Ebbene sì, anche i denti decidui non sono esenti dalla comparsa di carie. Se poi il problema viene trascurato, questo può avere effetti anche sulla salute della dentatura permanente. 

Dentifricio: quanto ne serve?

Un altro consiglio per una buona igiene orale per i bambini riguarda la quantità di dentifricio. E anche qui è presto detto. Riportiamo qui le quantità ideali 

  • fino a 3 anni: quantità pari a un chicco di riso;
  • 3 a 6 anni: quantitativo pea-size;
  • > 6 anni: circa un centimetro di dentifricio (all’incirca la grandezza di un fagiolo).

Bisogna utilizzare anche il filo interdentale?

Il filo interdentale si usa nella dentatura permanente, quindi entrare a far parte della routine una volta terminata la permuta. Il filo interdentale può essere utile in caso di affollamenti dentali, in quanto il rischio di carie è maggiore.

 

Se hai altre domande, non esitare a contattarci o prenota la tua visita chiamando al numero 02 324486.

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